“Truffa dei diamanti”: il Tribunale di Lucca condanna la banca al risarcimento dei danni subiti dall’investitore.
La vicenda, balzata agli onori della cronaca, è quella che ha coinvolto anche molti v.i.p.: attraverso il sistema bancario, una società leader del settore della commercializzazione di pietre preziose proponeva sul mercato, come forma di investimento, l’acquisto di diamanti.
Non soltanto le gemme venivano (così sostiene la stampa) sopravvalutate e conseguentemente piazzate per corrispettivi incongrui (e questo pare implicare risvolti anche penali), ma anche l’andamento dei prezzi (peraltro condizionato proprio dal trader) era di fatto tutt’altro che progressivamente crescente come invece comunicato nell’offerta al pubblico.
Gli istituti bancari intermediavano: esattamente come se si trattasse di obbligazioni o azioni o altri strumenti finanziari.
Il Tribunale di Lucca, con questa pronuncia (trib-lucca-1674-2019), ritenuta in capo alla banca la qualità di consulente dell’investitore, ravvisa la responsabilità contrattuale di questa per le informazioni inesatte/inadeguate fornite al cliente e la condanna al risarcimento del danno, consistente nella differenza fra il prezzo pagato per l’acquisto dei preziosi ed il loro valore reale corrente al momento.